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LE GERARCHIE E LO STRESS

Trovarsi nell’ultimo gradino della scala sociale può essere fonte di un importante carico di stress.

Uno dei principali esperti dell’argomento, il professor Sapolsky dell’Università di Stanford, attraverso l’osservazione e lo studio dei babbuini ha evidenziato come, una volta stabilita una gerarchia all’interno del gruppo, le scimmie che si trovano in una condizione di subordine subiscono un maggiore carico di stress.

E non solo perché ricevono meno attenzioni all’interno del branco; anche perché hanno scarsa rilevanza e sono costantemente oggetto di angherie da parte del maschio alfa.

Purtroppo il medesimo fenomeno si registra nell’uomo.

In una serie di studi condotti su più di 28.000 dipendenti pubblici britannici, è emerso come la sopravvivenza media di un individuo sia direttamente correlata alla sua posizione nella scala gerarchica, indipendentemente dalle sue possibilità di accesso all’assistenza sanitaria.

Contrariamente a quanto era prevedibile attendersi, gli individui collocati ai vertici di un’organizzazione (i dirigenti, dunque coloro che dovrebbero subire un forte carico di stress decisionale) risultarono con una mortalità di tre volte inferiore rispetto alle persone che si trovavano al fondo della piramide lavorativa (come ad esempio i fattorini e gli uscieri).

Sicuramente reddito e stile di vita incidono su tale fenomeno, ma non giustificano del tutto un divario così importante tra i vertici e la base di una organizzazione.

Non è casuale infatti che, tra gli impiegati che si trovano nelle ultime posizioni di una struttura gerarchica, i livelli di cortisolo misurati poco dopo il risveglio in un giorno lavorativo siano significativamente più alti di quelli di coloro che stanno all’apice dell’organizzazione.

Tale riscontro indica la presenza di uno stress cronico, attivato dall’ansia del dover entrare in un ambiente in cui il proprio ruolo e potere sono marginali.

Il lato positivo che distingue l’essere umano da tutti gli altri animali è che appartiene a una società costituita da molteplici gerarchie.

L’ultimo impiegato assunto con contratto precario presso una grossa azienda può contemporaneamente essere il presidente di un’associazione importante nella comunità in cui vive… oppure un influencer!

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Bibliografia:

Sapolsky, R. M. (2005). The influence of social hierarchy on primate health. Science, 308(5722), 648-652.

Marmot, M. G., Rose, G., Shipley, M., & Hamilton, P. J. (1978). Employment grade and coronary heart disease in British civil servants. Journal of epidemiology and community health, 32(4), 244-249.

Marmot, M. G., Stansfeld, S., Patel, C., North, F., Head, J., White, I., … & Smith, G. D. (1991). Health inequalities among British civil servants: the Whitehall II study. The Lancet, 337(8754), 1387-1393.

Kunz-Ebrecht, S. R., Kirschbaum, C., Marmot, M., & Steptoe, A. (2004). Differences in cortisol awakening response on work days and weekends in women and men from the Whitehall II cohort. Psychoneuroendocrinology, 29(4), 516-528.

Gian Luca Rosso